Salute cardiaca: cosa devono fare gli sportivi che hanno avuto il Covid-19

19 Aprile 2022

Di norma per ottenere il certificato di idoneità sportiva per svolgere un’attività non agonistica basterebbe sottoporsi regolarmente a un ECG a riposo. L’ECG sotto sforzo, invece, è un accertamento annuale obbligatorio in teoria solo per chi pratica a livello agonistico discipline come nuoto, corsa o ciclismo. In entrambi i casi lo scopo è valutare lo stato di salute del cuore dell’atleta e anche l’impatto dell’allenamento sul muscolo cardiaco.

 

Da qualche mese, però, le cose sono in parte cambiate: durante la visita medico-sportiva può capitare che vengano proposti ulteriori accertamenti cardiologici preventivi agli atleti, agonisti e non, che hanno avuto il Covid-19. Questa novità è dovuta anche all’ultimo aggiornamento in materia diffuso dal Ministero della Salute[1], in cui si ribadisce l’importanza di indagare le possibili conseguenze del nuovo coronavirus sul sistema cardiovascolare. Come hanno mostrato alcuni studi[2], infatti, l’infezione da SARS-CoV-2, specialmente se intensa, può aumentare il rischio di varie patologie cardiache e circolatorie. Sebbene, come sottolinea il Ministero della Salute in base ai dati al momento disponibili, le complicanze cardiache siano rare e generalmente favorevoli nei giovani atleti, è sempre utile controllare lo stato di salute cardio-respiratoria prima di sottoporre l’organismo all’inevitabile affaticamento di un’attività sportiva.

 

Il documento ministeriale[3] del gennaio 2022 si rivolge agli sportivi agonisti non professionisti, ma è comunque possibile che durante la visita medico-sportiva gli ulteriori accertamenti cardiologici vengano suggeriti anche a chi non rientra in questa categoria, sulla base di diversi elementi: lo stato di salute generale, ad esempio, ma anche l’intensità dell’infezione da coronavirus e il tempo trascorso da questa, lo status vaccinale e il tipo di sport che si intende praticare.

 

Stando alle linee guida aggiornate, comunque, agli atleti agonisti non professionisti guariti dal Covid-19 in buono stato di salute e sotto i 40 anni vengono consigliati, oltre alla visita medica, un ECG basale e un test da sforzo con monitoraggio elettrocardiografico continuo fino ad arrivare all’85% della frequenza cardiaca massima; a questi possono aggiungersi altri accertamenti nel caso degli sportivi over 40 e/o con fattori di rischio cardiovascolare, come diabete, ipertensione e ipercolesterolemia.

 

Se l’intensità del Covid-19 è stata moderata o grave, con eventuale ricovero o ricorso a terapie cortisoniche, antibiotiche o epariniche, possono essere richiesti ulteriori esami extra, tra cui ECG Holter 24, Ecocardiogramma Color Doppler ed esame spirometrico. Mentre quest’ultimo serve a valutare la funzionalità polmonare, l’ecocardiogramma consente di indagare la morfologia del cuore e il flusso di sangue in entrata e uscita. L’holter, invece, registra il battito cardiaco nell’arco di 24 o più ore, al fine di rilevare eventuali irregolarità.

 

 

[1] Covid-19, aggiornate le raccomandazioni per la ripresa dell’attività sportiva degli atleti agonisti non professionisti guariti dal virus - Ministero della Salute - Gennaio 2022

[2] Long-term cardiovascular outcomes of COVID-19, Nature Medicine, 7 febbraio 2022

[3] Ministero della Salute – Aggiornamento raccomandazioni per l’idoneità all’attività sportiva agonistica in atleti non professionisti covid-19 positivi guariti e in atleti con sintomi suggestivi per Covid-19 in assenza di diagnosi da SARS-CoV-2 – Gennaio 2022

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